Linea Spaziale
Un mobile può diventare scultura-pittura pur continuando ad assolvere la funzione alla quale è stato destinato?
Certo, risponde Mario Aresi, proponendo un mobile eccezionale. Se Maggiolini infatti viene ricordato perché ha reso attuali gli stili dell’antico arredamento, Aresi ha il grande merito - e non è immodestia fuori luogo- di lanciare idee lungimiranti, adeguate tanto all’epoca attuale e a quella futura.
Ed ecco il mobile scultura-pittura: scultura nell’idea massiccia e rivoluzionaria delle linee architettoniche-scultoree, che “riempiono” il mobile di gusti e sensazioni nuove, pittura in quel rincorrersi, ricco di idee, di segni e immagini colorate, realizzate attraverso l’uso dei legni più svariati. Legni che danno forma e colore, legni che si compongono in un’armonia di linee, legni che traducono poesia e sensibilità.
Questa è Arte, non più Artigianato. E se affondando lo sguardo, scopri che ogni angolo di questa singolarissima scultura è un canto dispiegato di dipinti, e trovi che la tensione verso l’infinito, l’Essere Supremo, è il senso di questa musicale spazialità di Mario Aresi, allora significa che ti ritrovi a contatto con l’Arte, con questa preziosa conquista dell’animo umano. E scopri che Mario Aresi è artista di impareggiabile tempra, umanissimo nella ricerca dei contenuti, teso sul piano della forma, irripetibile nell’uso del legno come materia sia dello scolpire che del dipingere. Ecco, questo è il “Mobile Spaziale”, che non torna indietro nel tempo , ma si proietta in avanti, sulle ali di una rinnovata scoperta del mobile-scultura-pittura. Recensione di Amanzio Possenti, giornalista e critico d’Arte.